Le aziende svizzere stanno facendo progressi con l'introduzione dell'IA
Colombus Consulting, in collaborazione con Oracle e la Geneva School of Business, pubblica per la seconda volta consecutiva l'Osservatorio Data & AI 2025 per la Svizzera. Lo studio dimostra che il management delle aziende svizzere comprende sempre più le sfide associate ai dati e all'intelligenza artificiale e che i primi casi d'uso concreti sono in aumento.

L'indagine ha perseguito gli stessi obiettivi dell'anno scorso: Fornire ai decisori uno strumento di navigazione per comprendere il presente, anticipare le svolte future e confrontare i propri progressi con quelli del proprio settore o del mercato.
Risultati centrali
L'osservazione di quest'anno mostra che l'ecosistema svizzero dei dati e dell'IA sta subendo una profonda trasformazione, con un minor numero di progetti pilota ma un maggior numero di iniziative che hanno compiuto il passo verso la scala. 39% (28 punti percentuali in meno rispetto all'anno precedente) di organizzazioni hanno superato la fase di esplorazione con casi d'uso identificati e progetti pilota di IA generativa. 52% (+8 punti percentuali) hanno introdotto assistenti o moduli per la generazione di contenuti "su larga scala".
Questo sviluppo va di pari passo con una migliore comprensione strategica:
- 62% (+25 punti percentuali) dichiarano che i loro team hanno una conoscenza da buona a molto buona dei concetti di IA. Anche i database stanno migliorando grazie a una maggiore qualità dei dati e a un processo decisionale più orientato ai dati:
- 62% (+14 punti percentuali) giudicano la qualità dei propri dati da buona a eccellente e 41% (+3 punti percentuali) si considerano "data driven".
Allo stesso tempo, le aspettative e il potenziale dell'IA continuano a crescere: 74% degli intervistati (+5 punti percentuali) ritiene che l'IA possa risolvere i principali problemi dell'azienda.
Tuttavia, rimangono molte sfide che continuano a ostacolare l'industrializzazione. Ad esempio, 70% (21 punti percentuali in meno rispetto all'anno precedente) considerano il proprio ecosistema di bassa/media maturità.
Il cambiamento culturale come ostacolo
Al di là della tecnologia, l'introduzione di iniziative di IA richiede un approccio ponderato, come sottolinea Jean Meneveau, amministratore delegato di Colombus Consulting Svizzera: "L'IA sta cambiando le tempistiche di strategie e progetti a una velocità mozzafiato [...]. Le aziende faticano a tenere il passo con questo ritmo. La questione del metodo è centrale: è importante lanciare iniziative molto operative e pragmatiche, ma anche fare un passo indietro, scegliere i partner tecnologici giusti [...] e mantenere la rotta, anche se la tabella di marcia può cambiare in modo significativo. Agilità con la A maiuscola".
Il cambiamento culturale rimane uno degli ostacoli più importanti all'integrazione completa dell'IA. Il 70% delle organizzazioni ancora meno impegnate afferma che l'ostacolo principale non è di natura tecnica, ma umana. Anche l'etica sta diventando una pietra miliare indispensabile: il 70% delle organizzazioni svizzere dichiara di includere considerazioni etiche nei processi decisionali sull'IA. Tuttavia, le misure sono solo parzialmente efficaci, secondo un altro risultato dello studio. Infatti, solo 53% dichiarano di adottare almeno occasionalmente misure concrete per riconoscere e ridurre i pregiudizi.
L'utilizzo dell'IA nelle aziende si concentra nelle aree del cliente e del prodotto: 77% (-11 punti percentuali) di applicazioni riguardano aree orientate al cliente (servizio clienti, marketing, vendite), e 75% (+8 punti percentuali) di applicazioni riguardano aree legate al prodotto e alla supply chain.
Apprendimento continuo
Alla base di questi risultati ci sono diverse lezioni che ci ricordano le condizioni chiave per il successo: Le organizzazioni che non utilizzano ancora l'IA mostrano una comprensione significativamente inferiore dell'IA a livello dirigenziale, rendendo la formazione dei dirigenti una priorità immediata. Yvan CognasseSenior Director Enterprise Architects di Oracle EMEA a Ginevra, ricorda: "La vera sfida non è ciò che l'IA può fare, ma decidere cosa si vuole fare con essa. Ciò richiede non solo giudizio e curiosità da parte di chi prende le decisioni, ma anche impegno e volontà di imparare continuamente. Dopo tutto, sono loro ad avere la responsabilità di trasformare le promesse dell'IA in effetti benefici tangibili, utili, misurabili e a lungo termine".
Tra le organizzazioni con una scarsa qualità dei dati, 80% traggono almeno un beneficio tangibile dall'IA, dimostrando che i dati imperfetti non devono ostacolare le iniziative. Più un'organizzazione è matura, più alta è la sua efficienza dichiarata, sottolineando l'importanza di investire nelle capacità interne. La governance dell'IA si sta rafforzando e ora coinvolge sia le unità aziendali che i dipartimenti di compliance e i team IT, con i comitati etici che sempre più spesso convalidano i casi d'uso prima dell'avvio.
Conclusione dello studio: l'effetto "wow" iniziale deve essere trasformato in casi d'uso razionali e allineati agli obiettivi aziendali. L'euforia iniziale deve essere trasformata in un'introduzione sostenibile e sicura che crei valore senza soccombere alle mode. Non ci sono differenze significative tra i settori in termini di capacità dell'IA di risolvere problemi complessi, il che dimostra che la maturità e le competenze interne sono i veri fattori di successo.
Fonte: Consulenza Colombus
Questo articolo è apparso originariamente su m-q.ch - https://www.m-q.ch/de/schweizer-unternehmen-machen-fortschritte-bei-der-einfuehrung-von-ki/