Una buona leadership inizia con una domanda sincera
Il cambio di anno è un'ottima occasione per i dirigenti per riflettere su se stessi. Il nostro nuovo impulso di successo mostra come è possibile verificare le proprie capacità di leadership con poche domande.

Il cambio di anno ha qualcosa di particolare. All'esterno sembra una fase di pianificazione, di valutazioni, di nuovi obiettivi. Si finalizzano i budget, si adeguano le strategie, si preparano le presentazioni. Eppure, in questo periodo, ciò che conta raramente è un numero. È una domanda, una domanda che molti dirigenti sentono, ma che solo pochi pongono consapevolmente: «Quest'anno sono stato il leader che avrei voluto avere io stesso?»
Un altro metro di misura
È interessante notare quanto questa domanda sia diversa dalle solite autovalutazioni. Non chiede la perfezione, né il successo nel senso classico del termine, né l'assenza di errori. Punta più in profondità. Chiede quale sia l'atteggiamento, la chiarezza, le proprie aspettative in materia di leadership. Perché il vero metro di misura raramente è il mercato o il contesto. Di solito è già lì, interno, silenzioso, ma molto preciso.
Proprio per questo motivo questa domanda è scomoda. Non è possibile rispondere con dei dati numerici. Ci costringe a guardare più da vicino: il proprio comportamento sotto pressione, le decisioni che sono state rimandate, le situazioni in cui si è reagito più che agito.
Tre domande per riflettere su se stessi
Se siamo onesti, tutti conosciamo quei momenti dell'anno in cui il trambusto operativo prende il sopravvento sulla leadership. Momenti in cui si fa molto, ma si ottiene poco. Momenti in cui si perde energia, non perché non si è in grado di fare abbastanza, ma perché manca chiarezza. Il cambio di anno offre un vantaggio raro: la distanza. E con essa la possibilità di fare un bilancio della situazione senza agire in modo affrettato.
Tre domande sono particolarmente utili in questo senso, non come autocritica, ma come riflessione professionale:
- In quali ambiti ho agito più come esecutore che come leader?
- In quali casi una maggiore chiarezza avrebbe fatto una differenza tangibile, per me o per chi mi circonda?
- Quale decisione ho rimandato, anche se dentro di me sapevo già da tempo quale sarebbe stata?
Base per una buona leadership
Queste domande non richiedono un'ora di tempo né alcun metodo particolare. Spesso bastano due minuti di sincerità per riconoscere schemi che nella vita quotidiana passano inosservati.
Conclusione: una buona leadership non inizia con nuovi propositi, ma con la chiarezza delle proprie aspirazioni. Chi approfitta del cambio di anno per riflettere onestamente su se stesso, getta le basi per decisioni efficaci, non più rumorose, ma più consapevoli. Ed è proprio questo che spesso fa la differenza tra fare molto e guidare davvero.
All'autore:
Volkmar Völzke è un massimizzatore di successi. Autore del libro. Consulente. Allenatore. Altoparlante. www.volkmarvoelzke.ch



