Le aziende puntano sull'IA come motore della sostenibilità
L'88% delle aziende svizzere utilizza già l'intelligenza artificiale per raggiungere i propri obiettivi ambientali, una percentuale superiore alla media globale. È quanto emerge dal nuovo Deloitte C-Suite Sustainability Report.

In Svizzera, la tecnologia è diventata la priorità assoluta delle aziende (56%), seguita a ruota dalla sostenibilità (47%). È evidente che questi due temi sono indissolubilmente legati. L'88% delle aziende svizzere intervistate utilizza già l'intelligenza artificiale come strumento per i propri sforzi di sostenibilità, superando la media globale dell'81%. Hanno capito che senza tecnologia non è possibile ottenere una trasformazione sostenibile misurabile. La tecnologia viene utilizzata principalmente nella gestione della catena di fornitura (53%), per aumentare l'efficienza operativa (53%), nello sviluppo di prodotti sostenibili (50%) e nella rendicontazione dell'impatto sulla sostenibilità (47%).
IA per la raccolta di indicatori di sostenibilità
Una maggiore attenzione alla tecnologia dovrebbe aiutare le aziende a superare la loro attuale sfida più grande in materia di sostenibilità: un quarto (25%) degli intervistati svizzeri indica la misurazione del proprio impatto ambientale come la difficoltà maggiore nell'attuazione delle misure pianificate. La raccolta dei dati è particolarmente complessa nella catena di fornitura. Tuttavia, le moderne tecnologie consentono sempre più spesso di integrare gli indicatori di sostenibilità direttamente nei sistemi aziendali esistenti, al fine di registrarli e riportarli in modo sistematico.
«L'elevato grado di adozione dell'IA dimostra che le aziende svizzere riconoscono la tecnologia come elemento chiave per una sostenibilità misurabile. L'uso efficiente è fondamentale: modelli di IA specializzati anziché sistemi universali ad alto consumo energetico. Chi investe in modo intelligente può misurare e controllare con precisione il proprio impatto ambientale. Questo è il percorso che porta dalle buone intenzioni ai risultati concreti», spiega Reto Savoia, CEO di Deloitte Svizzera.

Possibile percezione come greenwashing
Nonostante i progressi tecnologici, permangono alcune lacune critiche, come emerge dal sondaggio. Si riscontrano infatti notevoli differenze nelle priorità relative alla valutazione delle misure di sostenibilità: il 36% dei membri dei consigli di amministrazione svizzeri indica la protezione del marchio, la proprietà intellettuale e la riduzione dei rischi come criteri decisionali più importanti, mentre solo il 18% dà la priorità all'impatto ambientale diretto delle proprie misure. I risultati globali mostrano un quadro esattamente opposto. Questa discrepanza solleva interrogativi sull'equilibrio tra la gestione del rischio e l'effettivo impatto delle misure di sostenibilità nelle aziende svizzere.
«La maggiore importanza attribuita ai beni immateriali come il marchio e la reputazione rispetto all'impatto ambientale diretto merita un'attenzione più approfondita», spiega Liza Engel, Chief Sustainability Officer di Deloitte Svizzera. «Le aziende svizzere devono garantire che l'impatto ambientale misurabile delle loro misure non passi in secondo piano. Le migliori strategie di sostenibilità combinano entrambi gli aspetti: una solida gestione dei rischi e un impatto positivo misurabile sull'ambiente».»
Gli investimenti nella sostenibilità continuano ad aumentare
Gli investimenti nella sostenibilità rimangono elevati: l'87% delle aziende svizzere intervistate ha aumentato la propria spesa nell'ultimo anno, superando la media globale dell'83%. Inoltre, l'83% ha integrato saldamente la sostenibilità in tutti i processi aziendali, un aumento significativo rispetto agli anni precedenti, quando l'attenzione era ancora più focalizzata sulla conformità. Anche i vantaggi finanziari sono evidenti: il 58% riferisce di effetti positivi delle proprie misure di sostenibilità sul fatturato, mentre il 55% cita riduzioni dei costi.
«Gli argomenti economici a favore degli investimenti nella sostenibilità sono convincenti: le aziende svizzere vedono chiari miglioramenti in termini di efficienza e margini», afferma Liza Engel. «La domanda cruciale rimane se questi investimenti producano anche risultati ambientali misurabili. In questo caso sono utili sistemi di misurazione basati sulla tecnologia lungo l'intera catena del valore».»
Il cambiamento climatico rimane strategicamente rilevante nonostante la diminuzione della pressione
Sebbene il cambiamento climatico e la sostenibilità siano scesi nella lista delle priorità, il 70% degli intervistati continua a prevedere un impatto significativo sulla propria strategia aziendale nei prossimi tre anni, rispetto all'82% dell'anno precedente. Il 36% degli intervistati cita come effetti concreti e tangibili sulla propria azienda l'aumento dei costi e la crescente scarsità di materie prime, nonché l'impatto degli eventi meteorologici estremi sulla propria attività commerciale.
Allo stesso tempo, in Svizzera diminuisce la pressione esterna sulle aziende affinché attribuiscano maggiore priorità ai temi della sostenibilità e del cambiamento climatico: la percentuale dei dirigenti che avvertono una pressione da moderata a forte da parte dei propri stakeholder è scesa dall'81% dell'anno precedente al 74%. Particolarmente degno di nota: solo il 34% degli intervistati svizzeri avverte una pressione sostanziale da parte dei propri azionisti affinché si impegni ancora di più nel campo della sostenibilità, mentre a livello globale la percentuale è del 58%.
«La debole pressione degli azionisti non è un lasciapassare, ma un obbligo di lungimiranza imprenditoriale. Le aziende svizzere possono ora trasformarsi partendo da una posizione di forza. Chi sfrutta questa opportunità e utilizza la tecnologia in modo coerente per ottenere un impatto ambientale misurabile, si assicura vantaggi competitivi a lungo termine», afferma convinto Reto Savoia.
Fonte: Deloitte


